La Tirannia dei Buoni Propositi: Perché Fallire è l’Unico Obiettivo Realistico

Facciamo buoni propositi ogni anno, ma li abbandoniamo presto. Perché succede sempre? Forse il fallimento è l’unica certezza.

Adil Abid

3/8/20253 min read

Ogni anno, come un rito inevitabile, ci sediamo con un foglio bianco (o più realisticamente con l’app delle note) e scriviamo una lista di buoni propositi. “Voglio mangiare meglio.” “Voglio fare più esercizio.” “Voglio risparmiare soldi.” E la nostra preferita: “Voglio essere la versione migliore di me stesso.”

Ma questo è uno spazio sicuro, siamo fra di noi, quindi facciamoci una domanda onesta: quanti di questi propositi sopravvivono oltre la terza settimana di gennaio? La verità è che i buoni propositi non sono altro che una trappola. E, per quanto sembri controintuitivo, fallire potrebbe essere l’unico obiettivo realistico che ci resta.

La Favola dei Buoni Propositi

La società ci ha inculcato che i buoni propositi sono sinonimo di progresso. Sono il simbolo della nostra voglia di migliorare, del nostro desiderio di diventare persone più sane, più ricche e, possibilmente, più attraenti.

Ma qui sta la fregatura: i buoni propositi non sono pensati per essere raggiunti. Sono pensati per venderci l’illusione del cambiamento. Le palestre lo sanno. I brand di diete lo sanno. Gli autori di libri motivazionali lo sanno.

Il risultato? Passiamo ogni gennaio a rincorrere obiettivi irrealistici che ci fanno sentire male quando, inevitabilmente, falliamo.

La Scienza del Fallimento

Statistiche alla mano, l’80% dei buoni propositi fallisce entro febbraio. Perché? Perché non siamo progettati per cambiare radicalmente dall’oggi al domani.

Il cervello umano è una macchina abitudinaria. Gli piace ciò che conosce, ciò che è comodo. Quando cerchiamo di imporre cambiamenti drastici – come passare da zero esercizio fisico a sei sessioni di palestra a settimana – il nostro cervello si ribella. E, diciamocelo, chi vince sempre alla fine è il divano.

Il Business dei Buoni Propositi

Dietro la cultura dei buoni propositi c’è un’industria intera che prospera sui nostri fallimenti.

  • Le Palestre: A gennaio sono strapiene, a febbraio vuote, ma gli abbonamenti annuali sono già pagati.

  • Le App di Fitness: "Questa volta ce la fai, grazie ai nostri allenamenti personalizzati!" – fino a quando dimentichi di usarle dopo due settimane.

  • I Prodotti Dietetici: Vendono speranza in barrette da 150 calorie e shaker proteici.

Non importa che falliamo. Anzi, il sistema è progettato per farci fallire, così possiamo tornare a comprare la stessa illusione l’anno successivo.

Perché Ci Caschiamo Ogni Volta?

Nonostante sappiamo che i buoni propositi falliranno, ci caschiamo sempre. Perché?

  1. Speranza: Ci piace pensare che questa volta sarà diverso.

  2. Pressione Sociale: Tutti intorno a noi lo fanno, quindi ci sentiamo in dovere di farlo anche noi.

  3. Illusione di Controllo: Scrivere una lista di obiettivi ci dà la sensazione di avere il controllo sulla nostra vita.

Ma la verità è che non serve una lista per cambiare. Serve costanza, pazienza e, soprattutto, obiettivi realistici.

La Tirannia del Miglioramento

Il problema più grande dei buoni propositi è che ci costringono a guardare tutto ciò che non va in noi stessi. Ogni gennaio, ci ricordiamo che non siamo abbastanza: non abbastanza magri, non abbastanza ricchi, non abbastanza produttivi.

Questo ciclo di autocritica perpetua non ci aiuta a migliorare. Ci paralizza. E alla fine, restiamo bloccati tra l’odio per noi stessi e l’illusione di un cambiamento miracoloso.

Un Approccio Diverso: Celebrare il Fallimento

Forse la soluzione non è evitare i buoni propositi, ma accettare che fallire fa parte del processo. Ecco come:

  1. Fai Propositi Piccoli: Invece di dire "Voglio correre una maratona," prova con "Voglio camminare 10 minuti al giorno."

  2. Smetti di Cercare la Perfezione: Nessuno è perfetto, e va bene così. Fallire non significa che non stai migliorando.

  3. Fai Pace con Te Stesso: Non serve una nuova versione di te. Quella che hai va già bene.

Il Buon Proposito di Non Fare Propositi

I buoni propositi non sono il problema. Il problema è pensare che debbano essere perfetti, realizzati immediatamente e senza errori. La verità è che il cambiamento reale è lento, disordinato e, sì, pieno di fallimenti.

Forse il proposito più realistico che possiamo fare è smettere di prenderci troppo sul serio. Perché, alla fine, l’unica lista che conta davvero è quella delle cose che ci rendono felici. E quella non ha bisogno di aspettare gennaio.